Lettera aperta ai donatori

 Arturo Guerrazzi

Le deludenti raccolte di questi ultimi tempi presso la ns. Sede Sociale ma anche al San Leonardo -e persino in tutta la Campania- mi inducono a rivolgere un accorato appello ai ns. donatori. Ricordando la soddisfazione, ai limiti della gioia, che provavo quando ero in età di poter donare per cui il giorno della mia donazione era per me un giorno speciale nel quale tutto mi sembrava più bello, immagino che gli stessi sentimenti siano premianti per voi tutti che mi leggete.

A motivo del mio lavoro di dirigente della Sezione Trasfusionale del ns. ospedale, a volte ho avuto la possibilità di sapere per quale indicazione terapeutica era stato trasfuso il mio sangue e ho potuto verificare che 4 o 5 volte sulla sessantina di donazioni era stato salvavita. Voi, cari donatori non potete avere questa possibilità (talvolta anzi la donazione può diventare una prassi venendo "svalutata" nel suo grandissimo valore), ma sicuramente a ognuno di voi di tanto in tanto sarà venuto di pensare se col vs. sangue avete salvato una vita, se avete aiutato un bambino a nascere o qualcuno a guarire o ad allungare una vita: riflessioni premianti che vi hanno fatto benedire il giorno in cui siete divenuti donatori e quindi di aspettare con ansia la scadenza per tornare a donare. D'estate accade invece che tra donatori in vacanza, in partenza o appena tornati, i ns. appelli restano inevasi, magari anche dopo una risposta promettente. Così, nella ns. U.d.R. di via L. Guercio 420 si prenotano in 20-25, confermano in 10-15 e ne vengono la metà. E l'Ospedale, incalzandoci, minaccia di revocare la convenzione mettendo a rischio la raccolta nella Sede Sociale di via Guercio che da sempre mostrate di apprezzare molto a causa della sua posizione a centro città, con possibilità di parcheggio sottostante e di esami aggiuntivi, con l'omaggio di Sali di Ferro per i sideropenici, ma specie per la disponibilità del personale, anch'esso in gran parte donatore. La gravità del mancato approvvigionamento riguarda anche l'ospedale, per cui gli operandi non in emergenza vengono dimessi rinviando gli interventi. Ne', come si diceva, si può sperare nell'aiuto di altri ospedali della Campania. Se poi si tiene presente l'aumento del rischio incidenti per il traffico da bollino nero di questi giorni...
E' quanto è accaduto qualche giorno fa ad un ns. donatore la cui nipote ha avuto un brutto incidente di moto. Mentre il fidanzato si è potuto operare con le limitate scorte di sangue del Riuniti, la ragazza, già anemica di base e con un gruppo sanguigno che è il più impiegato, ha dovuto attendere per il suo impegnativo intervento 3 gg. ricevendo parecchie unità di sangue con cui siamo riusciti ad approvvigionare l'ospedale contattando e allertando oltre 100 donatori (una ventina l'hanno donato). Viene da chiedersi: piuttosto che darsi da fare in emergenza (col rischio che non s'intervenga in tempo e possa non bastare), non è più tranquilla una responsabile e puntuale prassi donazionale?
E allora, mi rendo conto che con i ns. appelli possiamo importunare, ma è ns. compito istituzionale la convocazione dei donatori -e ne abbiamo visto l'importanza-; verificarne invece modesti se non deludenti risultati ci dà la sensazione di venir meno al ns. compito fondamentale.
Aiutateci dunque ad aiutare chi soffre premiando la ns. e la vs. coscienza di donatori!